L’arte di Simona Sottilaro e Sebastiano Plutino in piazzetta Sant’Arte
Simona Sottilaro e Sebastiano Plutino intervengono con la loro Arte nel progetto di rigenerazione della piazzetta Sant’ Arte nel rione Immacolata di Villa San Giovanni.
Un “non luogo” (parcheggio selvaggio e discarica) strappato con determinazione al degrado da parte di un gruppo di cittadini che hanno scelto di ridare dignità a uno spazio e restituirlo all’intera comunità come luogo di aggregazione sociale.
Simona Sottilaro scultrice villese ha voluto lasciare il suo segno con un intervento in ceramica che indica il nome della spazio: piazzetta Sant’Arte.
Sebastiano Plutino, reggino è intervenuto con la sua pittura installando tre dei suoi famosi “volti”.
L’Arte come strumento di rigenerazione urbana e umana: questo il sentiero che Cenidia sta percorrendo nel suo laboratorio di rigenerazione del rione Immacolata, con l’aiuto di artisti sensibili alla ricaduta sociale che il loro talento può determinare in questi processi rigenerativi.
Silvana Luppino attrice del Teatro Primo di Villa San Giovanni ha recitato la “Preghiera a Sant’Arte” del drammaturgo reggino Domenico Loddo. Un grazie di cuore ad entrambi.
Preghiera a Sant’Arte
O tu, Sant’Arte, che specchi in sincrono la vita Dentro le cubature del mondo.
O tu, Sant’Arte, che sei stata scelta dagli uomini per lenire la pena dell’esistenza.
Dal primo segno tracciato in una grotta fino alla complessità del Giudizio universale.
Da un osso che batte il tempo su una pietra fino all’apoteosi della Sinfonia numero 5
Continua a donarci la grazia della bellezza affinché i nostri sensi possano portarsi in salvo dalle brutture della mortalità
Sostieni sempre il talento di chi ti invoca, mentre cerca di dare all’istante del tempo una illusione di eternità
O tu, Sant’Arte, diventa la firma in calce della nostra memoria così che i domani che verranno possano ancora ricordare che anche noi, qui, a festeggiarti in tutti i giorni dell’anno, ci siamo sempre stati e forse continueremo ancora a esserci.
Domenico Loddo
Perché Sant’arte?
E’ un omaggio al maestro Pinuccio Sciola, artista sardo di fama internazionale che negli anni settanta col “muralismo” ridiede vita a un piccolo paese, San Sperate, ora conosciuto in tutto il mondo.
In un suo scritto egli dice:
“Ci vorrebbe una festa, come quella che si fa ai Santi.
La festa di Sant’Arte.
L’unica festa del calendario da festeggiare tutti i giorni dell’anno.
Perché è l’unica festa che salva l’uomo dall’appiattimento mentale!”
Medium dell’incontro col pensiero e l’arte del maestro Pinuccio Sciola è Rosaria Straffalaci altra straordinaria artista villese e direttrice artistica del laboratorio di rigenerazione urbana e umana del rione Immacolata a cura di Cenidia
Simona Sottilaro nata a Reggio Calabria, sulla sponda calabrese dello Stretto di Messina, l’8 Giugno del 1973, Simona Sottilaro vive a Cannitello, piccolo borgo marinaro della provincia ed è agente di viaggi.
Pur avendo seguito un percorso di studi tutt’altro che artistico, ha da sempre subìto il fascino dell’arte, in particolar modo della scultura, passione, quest’ultima, che l’ha portata, nel 2013 a iscriversi alla “Libera Accademia” di Reggio Calabria dove, sotto la guida del Maestro Paolo Raffa, ha iniziato la sua strada da giovane scultrice.
Simona cerca di trasferire all’interno delle sue opere tutta la bellezza e l’unicità del tratto di mare che tanto ama, nelle cui profondità affonda le sue visioni e dalle cui correnti trae tutta la sua forza espressiva.
La ricerca che l’artista calabrese mette in campo, la conduce a scandagliare i meandri più reconditi della sua personalità, e di quella umana più in generale, aprendole spesso orizzonti sconosciuti che, in quanto tali, la inducono e la stimolano ad interrogarsi sulle ragioni dell’Io. Non è un caso che il materiale da lei scelto sia l’argilla: il plasmare la materia grezza, il poter dare forma e tridimensionalità ai suoi pensieri attraverso i quattro elementi della natura assume, per l’autrice, una funzione catartica.
E’ nella “costruzione” del peso della materia che si realizza il dinamismo psicologico delle opere di Simona Sottilaro: la massa possiede il messaggio, lo lascia intravedere e non lo trattiene, dando vita così alla forza espressiva di una ricerca di pensiero che essa stessa si fa materia.
Nel suo giovane percorso artistico, in perenne divenire, Simona Sottilaro sta trovando, oggi, un suo personalissimo stile, che le sta consentendo di acquisire, lavoro dopo lavoro, una certa padronanza nell’uso dei codici visivi.
Codici e linguaggi che l’artista canalizza nelle sue opere in una armonia di forme e patine cromatiche; queste ultime, che accompagnano tutti suoi lavori, rappresentano, secondo la visione di Simona, lo schermo su cui proiettare il dialogo tra l’occhio vigile e critico dello spettatore e ciò che l’opera vuole comunicare.
Sebastiano Plutino nato a Reggio Calabria il 20 Giugno 1973 Ha frequentato il Liceo Artistico Mattia Preti di Reggio Calabria.
Tante le mostre personali e collettive che l’hanno visto protagonista in territorio nazionale ed internazionale.
L’opera pittorica di Sebastiano Plutino si articola nell’utilizzo di svariate tecniche anche se l’artista predilige in assoluto la pittura con smalto acrilico. Sorprendente la capacità di ottenere forme con veloci ed ampie pennellate, che si tratti di un paesaggio o di un volto, brevi tratti ne evidenziano la comunicazione visiva.
Difficile collocare le sue opere in una corrente artistica precisa perché il suo modo di fare pittura, la capacità di stendere il colore sono uniche ed inscindibili dalla sua firma. Il ritratto frontale è spesso presente sulle sue tele, abbozzato, monocromo, privo di prospettiva ma di grande impatto, i volti quasi eterei comunicano allo spettatore, dialogano con esso, con occhi presenti e tratti inespressivi creano suggestioni capaci di rimanere impressi nell’animo di chi osserva, con forza e pathos sono destinati a scrivere una pagina importante nell’arte contemporanea . Rosaria Straffalaci